Il 2012 verrà ricordato come uno degli anni più caldi da 1920. La temperatura media annua rilevata a Locorotondo, pari a 15,9° è stata poche altre volte registrata in passato. Considerando i dati dal 1985, solo il 2000 è stato più caldo, con un valore comunque vicino e pari a 16,2°. Dal punto di vista degli scarti dalla temperatura media, l’anno scorso è stato di 0,9° più caldo rispetto al valore medio del periodo 1990-2010, pari a 14,9° e più caldo di ben 1,3° rispetto alla temperatura media annua registrata a Locorotondo dal 1920.
La differenza di un grado può sembrare un’inerzia, in quanto siamo abituati alla percezione delle misurazioni riferite a una giornata o a un mese. In realtà, quando tali differenze riguardano la media di una temperatura registrata su 365 giorni, comprese quindi le quattro stagioni, la differenza anche di un grado è di notevole importanza.
Abbastanza eloquente è il grafico sull’andamento della temperatura media annua dal 1985 ad oggi, che mostra una chiara linea di tendenza al rialzo.
In considerazione degli scarti maggiori rispetto alla media, due sono stati i mesi particolarmente rappresentativi sotto questo aspetto: giugno e novembre, rispettivamente con +2,3° e 2.1°C di scarto positivo rispetto alla media ventennale 1990-2010, dunque di molto più caldi del normale. Lo scarto di giugno assume dimensioni notevoli se invece rapportato alla media dal 1920, registrando addirittura un +3,7°. E pensare che l’anno era invece partito con uno scarto negativo sia di gennaio che di febbraio, rispettivamente con un bel -1.0° e -1,7° rispetto alla media (l’inverno scorso, dal punto di vista termico, non ha avuto nulla da invidiare alle più fredde stagioni dei decenni passati).
Questo evidenzia che negli ultimi 100 anni ci sono dei mesi che hanno registrato dei cambiamenti climatici maggiori rispetto ad altri, non necessariamente di rialzo termico. Ad esempio i dati relativi a giugno dimostrano una tendenza più lineare prossima al riscaldamento progressivo, mentre quelli di dicembre evidenziano un raffreddamento rispetto al passato. Altri mesi riportano oscillazioni periodiche senza linee di tendenza particolare, come febbraio, aprile, novembre.
Dopo un inverno freddo, l’estate 2012 è stata una delle più lunghe e calde, trascorsa con valori di molto superiori rispetto alla norma e con una media degli scarti da giugno a settembre di ben +2°C. Gli scarti positivi sono continuati fino al mese di dicembre, come evidenzia il grafico seguente che riporta l’interessante confronto tra temperatura media dei mesi del 2012, del periodo 1990-2000, della media pluriennale 1920-2010
Se il 2012 verrà ricordato come anno molto caldo, soprattutto per la sua persistenza e durata fino ai mesi autunnali, non si potrà dire la stessa cosa per i valori estremi registrati, che non hanno superato i record di massima degli anni scorsi.
La temperatura più alta in assoluto si è registrata il 29 agosto 2012 con 36.9°C, valore simile il 14 luglio, con 36,4°C, comunque ben inferiori al record di 40,2° del 24 luglio 2007, valore eccezionale e del tutto inusuale per la nostra valle.
Tuttavia è interessante vedere che il 2012 è stato, insieme al 2007 dei record, l’anno con il numero maggiore di giorni con massime superiori a 32°, ben 27 giornate, di cui 12 a luglio e 11 ad agosto.
Per quanto riguarda il freddo, i valori più bassi sono stati registrati a gennaio e febbraio. Mentre gran parte d’Italia ha vissuto uno dei mesi di febbraio più freddi e nevosi da sempre, con accumuli storici a Roma, e complessivi di addirittura 2-3 metri in città marchigiane come Urbino, la nostra regione è stata una delle zone più escluse dalle ripetute irruzioni, come dimostrano i dati della temperatura minima più bassa a Locorotondo centro, di appena -1,6° il 15 febbraio, e la presenza di soli 3 giorni di minime negative nel centro cittadino (discorso diverso in campagna e in periferia, come Locorotondo Cinquenoci, con molte più minime negative dovute all’irraggiamento notturno). Da segnalare in particolare l’episodio nevoso proprio del 14-15 febbraio, con accumulo di qualche cm di neve.
Piovosità
Anche il 2012 si è chiuso con un accumulo complessivo ben superiore alla media, confermando il trend dell’ultimo decennio. In realtà, quello che appare semplicemente come un anno molto piovoso, è caratterizzato più che in altri casi da una elevata irregolarità nella distribuzione delle piogge durante tutto l’arco dell’anno, irregolarità che ha raggiunto due massimi: febbraio piovosissimo ed estate molto siccitosa. In particolare febbraio ha visto un accumulo record superiore ai 300 mm, analogamente a quanto avuto in passato nel febbraio 1956, con la unica differenza che all’epoca tale accumulo si ebbe quasi tutto sotto forma di neve. Successivamente, da maggio, è iniziata una fase assolutamente secca, con accumuli inferiori alla media fino a settembre. Da Maggio ad Agosto sono stati rilevati appena 60 mm, un valore medio mensile di circa 15 mm. Con l’autunno è ritornata la fase di elevata piovosità, con accumuli sempre superiori alla media e picco nel mese di novembre. Da ricordare lo storico fenomeno tornadico che il 28 novembre ha devastato la periferia di Taranto e il comune di Statte, che ha raggiunto, seppur depotenziato, anche il nostro territorio, provocando danni e disagi.
In conclusione, possiamo classificare questo 2012 come un anno caratterizzato da estrema variabilità, con caldo duraturo, specie nei mesi estivi e autunnali, ed irregolarmente piovoso, un anno che conferma il trend climatico di riscaldamento. Osservando i dati sulla temperatura dal 1985 contenuti nel primo grafico, tale tendenza al rialzo è eloquente, con alcune inevitabili eccezioni più fredde nel 1991, nei famosi anni senza estate 1995-1996 e nel 2005.
Il fenomeno del riscaldamento globale è riconosciuto ormai da tutti gli studiosi come un dato di fatto. Tuttavia gli scienziati sono divisi sulle cause alla base del fenomeno, con accese diatribe tra coloro che attribuiscono all’uomo la responsabilità di tale cambiamento climatico, specie per l’inquinamento e il conseguente effetto serra, e coloro che invece spiegano tali mutamenti con la naturale ciclicità climatica tipica del nostro pianeta, come dimostrano gli eventi di piccole glaciazioni e fasi di surriscaldamento avvenuti molto tempo prima della Rivoluzione industriale.
Probabilmente l’attuale riscaldamento globale è frutto di entrambe le cause (ciclicità + fattori antropici), mentre la frequenza crescente degli eventi estremi (record di caldo, freddo, tornado, alluvioni) potrebbe essere spiegata dall’amplificazione dei singoli eventi derivante dall’influenza esercitata sulla naturale ciclicità fai fattori umani.
Gianluigi D’Onofrio